mercoledì 14 novembre 2012

Come non incappare nelle abbuffate

Scrivere questo post non è semplice. Ognuna di noi si abbuffa per svariati motivi, ma direi che potrei racchiuderli all'incirca in due campi.
1) Abbuffata da restrizione
2) Abbuffata "sentimentale"

Quando c'è l'abbuffata da restrizione, cosa scatta? Bè, magari abbiamo passato un lungo periodo senza un determinato cibo, o a digiuno per un pezzo... Semplicemente il nostro corpo e la nostra mente non ce la fanno più.
Avete presente tutto quel discorso di psicanalisi di Freud, quando spiega che l'Es rappresenta le nostre pulsioni represse, e che con la nevrosi vengono fuori? 
Ecco, noi siamo più o meno così. Noi ci priviamo di miliardi di cose, ci imponiamo diete ferre (niente dolci, niente olio, niente pasta, niente carne, niente formaggi, niente pane, niente pizza, ecc) e poi... Bè, pensateci, cos'è la prima cosa che cercate nell'abbuffata? Dolci, pane, biscotti, cereali, pizza, roba del McDonalds (per chi se ne priva), Nutella, gelato, ecc. Tutte cose di cui non vogliamo nemmeno sentir parlare, e che reprimiamo, ma appena non se ne può più di tutto questo controllo ossessivo, si scoppia, è inevitabile.
Invece, come già detto più volte, basta concedersi tutto, ma con moderazione.

Nel caso di abbuffata "sentimentale", come l'ho soprannominata io in questo momento, si tratta di un'abbuffata scaturita da un sentimento (tipo stress, tristezza, rabbia, ma anche felicità). 
Quante volte vi sarà capitato? Siete incazzate nere e colpite la dispensa della cucina, o arraffate roba al supermercato. Siete tristi e il primo pensiero diventa un'abbuffata per scaricarvi.
O anche, siete felici e cominciate a mangiare, "sono così allegra che non mi importa", ma poi il senso di colpa vi travolge.
Su queste cose lo ammetto, non so cosa dire, perchè sono la prima che si lascia travolgere dalle emozioni, che il più delle volte non sa come gestirle.
Posso dire che di "abbuffate di stress" o "di rabbia" ne avrò fatte centinaia. Ma poi cosa ne rimane? Nessun vuoto viene colmato, la rabbia non passa, la tristezza peggiora (a causa della consapevolezza dell'atto appena commesso), e allora cosa ne rimane?
Forse può aiutarci questo pensiero.
Cosa mi rimane dopo? Cosa ne guadagno da questo? Come mi sento dopo?

Senz'altro, la soluzione al primo tipo di abbuffata è cercare di equilibrare l'alimentazione, non affamarsi, non eliminare cibi, ecc.
Per il secondo tipo è meglio parlare con uno psicologo. Ve lo posso dire per esperienza, è molto utile, si imparano tante cose di sè e sono soldi più ben spesi rispetto a quelli del cibo buttato nel cesso / o in farmaci.




Tratto dal blog di Sonnen Blume

1 commento: