sabato 10 novembre 2012

La motivazione: un segreto avvolte sottovalutato

Quante volte ci imbattiamo in un progetto, desideriamo qualcosa, ci prefissiamo un obiettivo, m a ad un certo punto ci troviamo bloccate per strada? Non per questo bisogna demordere, ma piuttosto bisogna ritrovare ciò che nelle prime fasi faceva apparire l'obiettivo vicino a noi: insomma, di qualunque cosa si tratti, c'è sempre un motivo dietro ogni scelta o decisione, ma cos'è allora che è venuto a mancare? Parliamo di lei, la motivazione.
Possiamo affermare, in maniera chiara ed esaustiva, che la motivazione è l'espressione di dinamiche che inducono un individuo ad una determinata azione. Un aspetto diventa subito evidente: la motivazione è un'astrazione, quindi un processo rilevabile solo indirettamente, e a consentirne l'osservazione è la valutazione del comportamento ad essa legato.
Il rapporto che ognuno di noi ha con una qualsiasi attività è fortemente influenzato dalla componente motivazionale. Ogni volta che decidiamo di intraprendere un'attività, così come quando decidiamo di interromperla, abbiamo sempre un motivo, che può essere più o meno conscio e che alimenta il nostro comportamento. Appare dunque evidente come la motivazione sia un fattore squisitamente psicologico, che ha una forte relazione sia con il riuscire a svolgere con continuità un'attività, sia con la probabilità che lo svolgerla ci porti dei benefici tangibili e non diventi, invece, un'inutile occupazione giornaliera di quelle che accrescono un corrosivo senso di insoddisfazione.
Analizziamola dal punto di vista psicologico. Si individuano 2 aspetti fondamentali riguardo la motivazione, ciascuno specificato in 3 punti:

1. La motivazione alla riuscita:
  • la forza dell'orientamento individuale al successo;
  • la probabilità percepita di avere successo;
  • il valore incentivante del successo.
2. La motivazione ad evitare l'insuccesso:
  • la forza dell'orientamento individuale a evitare o ritardare l'entrata in compiti di riuscita;
  • la probabilità percepita d'insuccesso;
  • il significato attribuito all'insuccesso.

Facciamo un esempio pratico. La riuscita personale in un'attività fisica o sportiva così come la continuità nella pratica sono influenzate da questi 2 aspetti.
Per cui siamo motivati a praticare uno sport:
1. se pensiamo che con l'esercizio i benefici diventeranno per noi utili e importanti;
2. se crediamo fortemente che la riuscita nel raggiungere gli obiettivi prefissati dipenda da noi e non da fattori esterni che non possiamo controllare;
3. se i benefici che ci siamo proposti di ottenere risultano essere ai nostri occhi particolarmente importanti e degni del nostro impegno e del nostro tempo, quindi se i benefici sono superiori ai costi ("Quanta fatica mi è richiesta?" e "Quanto mi interessa raggiungere quel risultato?").
Siamo demotivati quando:
1. abbiamo timore di impegnarci in un compito che può sviluppare effetti positivi così come un fallimento;
2. pensiamo che la probabilità di fallire nel compito prefisso sia alta;
3. viviamo in maniera spiacevole l'insuccesso, sopportandone a fatica le conseguenze emotive.

A questo punto verrebbe da chiedersi: "Quante volte mi sono sentito in grado di poter raggiungere un qualunque obiettivo con l'impegno necessario, e quante volte è prevalsa la paura di fallire e di essere giudicato?" Nel caso ci siamo sentiti spesso nella seconda condizione è utile tenere presente che - nello Sport come nella vita - "non provare" e "non mettersi in gioco" per paura di fallire, alimenta un circolo vizioso per cui non si fa nulla proprio per evitare di sbagliare e così facendo aumenta la percezione che abbiamo di essere incapaci e di essere considerati dagli altri come persone di scarso valore.
Sport, Motivazione nella Vita
Interrompere questo cerchio è possibile e può sembrare estremamente semplice o al contrario impossibile. La soluzione è iniziare a fare, mettendo in conto che non riuscire è una possibilità ma non l'unica.
Accettando varie sfide che hanno portato successi ed insuccessi, si riesce nel tempo a sentirsi una persona migliore, più capace e maggiormente in grado di far fronte agli imprevisti della vita. Per fare un paragone diretto, lo sport può essere veramente considerato una palestra di vita. E noi abbiamo la stessa voglia di affrontare la vita?

2 commenti:

  1. Esattamente: un circolo vizioso.
    Da cui non è facile uscire :(
    come tutto d'altronde.. Che si chiami anoressia, o bulimia, o binge, ognuno di questi è innescato da miliardi di cose, e non basta dire "da domani non succede più" perchè purtroppo accade di nuovo molto spesso =(
    Però rompere questo circolo si può, secondo me =)
    Un bacione grande <3

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    1. Bisogna lavorare sulla testa! Però si può romperlo, ci credo anch'io :)

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